Come primo post di questa categoria, che ho chiamato “Strumenti di lavoro”, parlare di “La trama lucente” mi sembra di buon augurio.
La trama lucente di Annamaria Testa ha come sottotitolo “Che cos’è la creatività, perché ci appartiene, come funziona”. Ambizioso, eh?
Eppure l’autrice prova a fare ordine tra quel caos di personaggi, esperimenti, discipline, teorie e pratiche che riguardano, studiano e cercano di definire la creatività. L’intento, dice l’autrice in un’intervista, è di “restituire rispetto e stupore a una parola, ‘creatività’, spesso impiegata per definire tutt’altro.”
Spiegare la complessità di questo libro e dell’argomento di cui tratta in poche righe? Impossibile, quindi ho scelto di raccontarvi cosa mi è tornato utile.
Cos’è la creatività
La definizione che viene data di creatività è la prima cosa che mi è piaciuta perché sgombra il campo da una serie di fraintendimenti comuni.
“Creatività è qualcosa di nuovo, che produce qualcosa di buono per una comunità”
Insomma Nuovo e Utile, come il sito di Annamaria Testa, dedicato appunto alla creatività.
Tipo, se ho una buona idea sono creativo. Eh no, cari miei, non basta avere l’idea del secolo: la creatività sta nel realizzarla e nel comunicarla quell’idea lì. E non basta, deve rivelarsi utile, cioè deve esserci una comunità che ne riconosce il valore.
Tanto per fare strage di geGni incompresi, categoria che mi fa venire la scabbia.
La creatività ha bisogno di competenze
Altro pregiudizio comune: la creatività può nascere dal niente. Ad esempio io faccio il panettiere e una mattina presto mentre sto impastando il pane l’illuminazione: ho avuto l’idea di costruire un motore che va a materia oscura!
Non so niente di fisica, di motori, di buchi neri (c’entrano con la materia oscura? Non so, non ricordo, che importa!) ma ho avuto un’idea fighissima e quindi sono creativo.
Vi sembra assurdo? Eppure capita spesso, nella scrittura è proprio una convinzione radicata che, massì, basta mettersi lì e scrivere.
“La trama lucente” vi spiega bene perché non funziona così: serve terreno fertile per far nascere un’intuizione, servono competenze, serve materiale per poter far nascere quella scintilla che dà vita a un’idea davvero creativa.
Maschi e femmine, giovani e vecchi
Un altro capitolo importante è quello dedicato agli stereotipi. Ad esempio c’è chi crede che le donne siano meno creative degli uomini, perché insomma nella Storia gli artisti sono prevalentemente maschi, gli scrittori pure, gli scienziati anche. Ecco, qui trovate una serie di studi che mostrano che non è vero che le femmine sono in assoluto meno creative. Della serie che quando incontrate il wannabe-pirla che sostiene che non ci sono eccellenze femminili in matematica sapete cosa rispondergli. E potete esaudire il suo desiderio: da wannabe-pirla a pirla e basta.
E si parla anche di giovani e vecchi. I vecchi sono più o meno creativi dei giovani? Dipende dai campi, ma sì, si può essere creativi a qualsiasi età.
Ci ho messo due mesi, tante temperate di matita e parecchi post-it prima di finire questo libro, perché pur essendo scritto con uno stile agevole e leggero, è densissimo di contenuti e collegamenti: il libro stesso è una Trama Lucente. Mi è servito a scoprire cose nuove (ad esempio la profezia che si autoavvera) e a mettere in relazione cose che sapevo già.
Sono 400 pagine che cambieranno la vostra percezione della creatività e secondo me anche un po’ di voi stessi.
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