L’11 ottobre è la Giornata Mondiale delle bambine e delle ragazze, proclamata dall’Onu. Giustamente la stampa si sta concentrando su quei Paesi in cui le bambine vivono situazioni drammatiche.
Io invece resto in Italia e vi racconto di una vicenda piccola ma significativa che vi fa capire quanto potere abbiano le storie: in una scuola dell’Alto Vicentino, l’istituto comprensivo di Carrè, Chiuppano e Zanè, due classi di V hanno prodotto un diario sul tema “Gesti famosi, donne semplici”. Sulla copertina c’era questa immagine qui.
La riconoscete? È Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014, quella che afferma che “i libri e le penne sono le armi più potenti”. Solo che se voi l’avete riconosciuta, e magari avete pure colto l’influenza di Andy Warhol, qualche genitore troppo “zelante” si è fatto prendere dal panico. L’immagine ha scatenato una marea di polemiche, perché insomma, in questi tempi di ISIS mettere una ragazza che ostenta così la sua fede religiosa, una fede pericolosa che spinge le persone a farsi esplodere e a velare le proprie donne, è uno scandalo, soprattutto a scuola, luogo di cultura, educazione e civiltà.
Stupisce? Magari no, ma anche se non fa statistica (spero) vale la pena di leggere questo commento.
“La storia non la conosco e non mi interessa conoscerla.”
Io trovo queste parole emblematiche perché sono scritte da un italiano, da un occidentale, magari cristiano cattolico, non da un barbaro che spara a una ragazzina mentre va a scuola perché pensa che le donne non debbano studiare.
Eppure l’atteggiamento di fondo è lo stesso: non mi interessa informarmi e non voglio che lo facciano neanche i miei figli. Non voglio pormi domande, non voglio letteralmente sentire storie.
A costo di non sapere mai che la ragazzina che voglio eliminare da quella copertina si è fatta sparare per avere lo stesso diritto dei miei figli, quello di studiare e poter scoprire storie come la sua.
Perché? Forse perché ho paura di veder crollare le mie certezze?
Basta il velo dell’ignoranza e la mancanza di curiosità per trasformare un italiano in talebano.
P.S. Comunque qui c’è la comunicazione che conferma che il diario è stato adottato da tutta la scuola. Un lieto fine per un progetto meraviglioso, no?
L’ignoranza genera odio, ma almeno una olta se uno era ignorante si vergognava, oggi se ne vanta pure. Tristezza 🙁
Infatti è esattamente quello che mi stupisce. Se non sai una cosa puoi anche stare zitto, poi informarti, e farti un’idea. Invece c’è chi sembra andarne fiero.
(Sei il primo a commentare sul mio sito: grazie :D)
Wow che onore 🙂
Ho anche l’impressione che oggi si senta quasi l’obbligo di avere un’opinione su tutto e si debba commentare per forza tutto (se contro meglio)