Qualche settimana fa siamo andati alla King Night organizzata da Zandegù. Io di come IT mi ha cambiato la vita vi avevo già detto. La serata è stata molto interessante ma c’è una cosa che ha raccontato Giovanni Arduino che mi ha particolarmente colpito. Giovanni Arduino, il traduttore di Stephen King (qui potete trovare tutto ciò che ha tradotto), ha raccontato che per Joyland, ambientato in un parco dei divertimenti, ha “dovuto creare praticamente da zero una lingua e un gergo” parlato dai giostrai americani. Per Doctor Sleep invece ha frequentato i gruppi di alcolisti anonimi, tema fondamentale nel libro, sempre (e anche) per una questione di linguaggio.
Quando revisiono o scrivo i testi per brand in un certo senso faccio la stessa cosa: devo tradurre un’idea, un concetto molto chiaro nella testa del mio cliente, perché ci ha lavorato, sa cosa offre, quali sono gli obiettivi e risultati, ma che è difficile da trasmetterle in maniera semplice ed efficace al cliente che queste cose non le sa. Bisogna anche essere fedeli spesso si tratta di passare da tecnicismi e espressioni che il mio cliente usa abitualmente nel suo settore (e quindi dà per scontate) a un linguaggio che risulti comprensibile e naturale a chi legge.
C’è però un altro elemento e cioè quello del lessico e dei campi semantici.
I campi semantici sono gruppi di parole che sono affini e vicini per significato. Ad esempio bianco, blu, rosso appartengono al campo semantico dei colori.
Giovanni non ha dovuto solo tradurre ma anche fare un’indagine su una serie di espressioni e termini connessi agli alcolisti e nel caso dei giostrai inventarsene uno quasi da zero.
Cosa c’entra con la scrittura di testi commerciali? Quando affronto un testo nuovo faccio esattamente questo: compilo una lista di parole, termini o espressioni che sono attinenti a quel settore. Mi baso su quello che trovo su internet (santo Google e santi i suoi suggerimenti), su quello che dicono e scrivono clienti e addetti ai lavori che girano intorno a quel settore o argomento, su cosa mi dice il mio cliente. È molto importante che ciò che compare sul sito sia coerente col linguaggio del mio cliente perché altrimenti il risultato è uno spiazzamento e l’impossibilità di costruire un rapporto di fiducia, senza contare che poi nemmeno il mio cliente si ritrova in quello che c’è sul sito.
Insomma scrivere, anche quando si tratta di scrittura funzionale, è sempre un po’ tradurre.
[Se non sai cos’è la scrittura funzionale, leggi questo].
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