L’estate scorsa ho scelto come lettura da ombrellone Il nuovo libro della comunicazione di Ugo Volli. Ho voluto leggerlo perché mi pareva di star acquisendo tutta una serie di nozioni e competenze che però avevano bisogno di un impianto teorico che io non avevo, visto che a Lettere avevo fatto molta Linguistica ma poca Teoria della Comunicazione.
Ho fatto bene perché proprio nelle prime pagine mi sono imbattuta in Roman Jakobson e in uno schema che poi mi ha fatto da guida quando ho strutturato il mio corso di scrittura per il web e i miei percorsi personalizzati.
Intanto facciamo i dovuti distinguo: qui si parla di comunicazione verbale, cioè quando parliamo o scriviamo.
Per comunicare a parole abbiamo bisogno di 6 elementi
Per spiegarli vi racconto di Francesca:
Francesca [emittente] su Instagram [contatto o canale] presenta la sua nuova collezione di bomboniere [messaggio] alle sue clienti affezionate [destinatario]. Lo fa in italiano corretto e usando gli hashtag giusti [codice], proprio a febbraio quando le future spose stanno decidendo i dettagli per il loro matrimonio [contesto].
Insomma l’emittente invia un messaggio al destinatario (emittente e destinatario possono essere persone, gruppi, istituzioni). L’emittente usa un codice che dovrà essere almeno parzialmente comune al destinatario. Attraverso un canale (la voce, Instagram, pizzino di carta con piccione viaggiatore) in un determinato contesto, cioè in una realtà fisica, sociale, culturale.
Queste funzioni dovrebbero esserci sempre tutte, altrimenti la comunicazione non avviene.
Quando uno di questi elementi prevale, la comunicazione assume funzioni diverse.
Ad esempio:
Clicca qui! ha una funzione conativa, cioè chiede al destinatario di fare qualcosa, di ‘farlo muovere’.
Sono davvero sconcertato… ha una funzione emotiva perché si concentra su quello che succede all’emittente.
PRONTO, CHI PARLA?! NON SENTO! ha una funzione fàtica per perché zia Peppina che è un po’ sorda sta sottolineando il malfunzionamento del canale (uditivo o telefonico, non si sa).
Perché sapere com’è fatta la comunicazione è importante?
Perché altrimenti parole come target, CTA, tono di voce, personal branding sono tutti pezzettini scollegati, termini magari altisonanti ma non coerenti.
Fare una strategia, pensare un contenuto significa intanto capire a cosa corrispondono per noi i 6 elementi che fanno sì che una comunicazione avvenga: chi sono io, chi sono gli altri, dove, come, quando sto lanciando il mio messaggio?
Insomma se sappiamo che gli ingranaggi della comunicazione sono questi e ci facciamo domande su come girano, le nostre parole saranno sicuramente più efficaci.
Nei prossimi post ognuno di questi elementi diventerà l’espediente per affrontare un aspetto diverso della comunicazione online, per imparare a raccontarsi sempre meglio e con maggior consapevolezza.
Restate connessi? [Funzione conativa]
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